Le vicende di una brigatista condannata all'ergastolo negli Anni di Piombo si intrecciano in maniera fortuita con quelle di un ragazzo appena claudicante e con l'animo diviso tra la passione per il calcio e quella per il mare. Un filo rosso tiene insieme entrambe le esistenze, che scorrono parallele fino all'incontro tra il microcosmo di calata Capodichino dell'uno e il respingente ambiente altoborghese dell'altra. Sono storie che finiscono per fondersi con quelle passeggere di un medico che muore di solitudine e di un lavavetri senza nome. Nulla sembra legare i destini degli uni e degli altri, se non intrecci invisibili, fili sottili che lasciano spazio a connessioni ipotetiche immaginate dal lettore; lo stesso che è chiamato a costruire per sé un'idea sulla detenzione dell'ergastolana, inizialmente intenzionata a conciliare i propri studi universitari con il regime detentivo. Per cosa insorge e per cosa no, allora, un giusto moto di compassione?