Nella tradizione ebraica dello Yom Kippur si ricorreva all'uso del capro espiatorio, quasi sempre un maschio di colore nero su cui si caricavano tutti i peccati del popolo ebraico e si abbandonava a morire nel deserto; esso era il diverso, quello che i timorati di Dio potevano anche accusare ingiustamente e ottenere la propria totale autoassoluzione. Da allora il concetto è traslato anche nella figura della pecora nera che, nonostante sia stata allontanata dalla comunità dei benpensanti, non sempre moriva nel deserto. Alcune volte ne incontrava altre e queste si riconoscevano istintivamente, si aiutavano, si coalizzavano, formando un piccolo gregge, compatto, indistruttibile, maledetto. Guai ad averlo contro! Tre amici, tre pecore nere, si ritrovano a distanza di anni e fanno fronte comune per indagare su un enigma che riguarda uno di loro. Tra paesaggi, profumi e sapori della cucina siciliana e molte altre pecore nere, i tre amici scopriranno che non devono attendersi alcuna redenzione dalla società per la quale resteranno sempre pecore nere, nonostante vivano con coraggio e amore. Presentazione di Francesco Gallo Mazzeo.