Un romanzo storico incentrato sulla figura di Ercole Michele Branciforte (1750-1814), principe di Butera, ultimo rampollo del più importante casato del regno di Sicilia, quello dei Branciforte, il cui stemma araldico - il leone con le zampe monche - ha origine dal mito di Obizzo, alfiere di Carlo Magno che, circondato dai nemici che vogliono impossessarsi dell'orifiamma, preferisce farsi mozzare entrambe le braccia, riuscendo egualmente a reggere il glorioso vessillo. Generoso verso i poveri, altezzoso verso i prepotenti di turno, spesso appartenenti alla sua stessa classe sociale, Ercole Branciforte è amato dal popolo che lo venera come un vero re e temuto dai potenti e dagli stessi viceré. È un vero principe, capace di grandi imprese. Conoscerà gli onori e i fasti di corte, ma anche l'onta della prigionia. La pubblica dimostrazione del pallone aerostatico sarà l'episodio più celebre della sua vita. Ci troviamo in una Palermo "felicissima", seconda città d'Italia e una delle più ricche d'Europa, nella quale in un arco di tempo che va dalla metà del '700 fino al primo decennio dell'800 si consuma la vicenda dell'ultimo principe di Sicilia. È un periodo di profondo travaglio storico che ha il suo inizio nel 1773 con lo scoppio dei tumulti e il successivo allontanamento del viceré Fogliani; l'arrivo del viceré illuminista Domenico Caracciolo deciso a demolire la salda roccaforte feudale e aristocratica di Sicilia; l'avvelenamento del principe di Caramanico causato dagli intrighi di corte per la lotta al potere; la decapitazione dell'avvocato Francesco Paolo Di Blasi, fautore di un nuovo ordine politico e sociale; lo scoppio della rivoluzione francese e il conseguente sbarco a Palermo di re Ferdinando e della regina Maria Carolina d'Austria fino a giungere allo scioglimento del secolare parlamento siciliano e all'abolizione nel 1812 del feudalesimo in Sicilia.