Cosa succede a una ragazza che ha sempre creduto che i suoi genitori fossero quelli naturali e che a un certo momento, per caso, a 23 anni, già studentessa di medicina, scopre essere adottivi? A Marta Torrese capita di sentirsi ingannata e tradita, tanto da prendere la decisione di lasciare la famiglia e andare a vivere da sola. Ma, infranto quell'ordine, un po' alla volta la sua vita prende a scivolare verso una deriva pericolosa, fatta di espedienti, droga, alcool. Fino alla conoscenza, in circostanze drammatiche, di una zingara, una ragazza di nome Zaclina, della quale diventa amica, tanto da seguirla nel suo campo rom. Marta rimane per sette mesi nel campo con il suo clan, offrendo in cambio di protezione la sua esperienza di studentessa in medicina al quarto anno. È una rinascita: lei cura gli zingari, gli zingari curano lei. Il divario socio-culturale resta però incolmabile. Marta confligge con il capo clan e lo deruba per comprare medicine. Viene scoperta e percossa a sangue. La salva Adrian, un rom del campo, un uomo speciale per lei, che la riporta a casa. Marta non resta a lungo in famiglia. Trova lavoro e affitta un monolocale dove riprende a studiare per la laurea. Il pensiero di Zaclina non la lascia mai. Dopo due mesi, sapendo che il campo rom sta per essere sgomberato, va in cerca dell'amica.