Il dolore della ferita d'amore, i crampi che lancinano il corpo, cassa di risonanza dell'anima affamata dall'assenza di un Tu solo invocato. Una lingua asciutta, arsa ed essenziale che per non cedere all'afasia si serve a volte del dialetto. Un lessico materico che, attraverso i dettagli del quotidiano, non si limita a descrivere, ma crea un nuovo mondo in cui vivere "senza"; una poesia che non si limita a raccontare, ma scava nella ferita, e ci riporta al punto di partenza dell'esistenza di ciascun* ma con una luce che si accende, e nuovi occhi per il nuovo giorno.