"Chiama aveva le case così vicine al cielo che quando spalancavo le finestre sembrava azzurra anche la casa. I tuoni e i muri che cadevano facevano lo stesso rumore e non si capiva se fosse una maledizione dal cielo o dalla terra. Di notte, in estate, accompagnate dalla nenia di grilli e cicale, lucciole e stelle facevano perdere la linea dell'orizzonte, tutto era mischiato e sembrava di essere in paradiso. Mi coricavo sul lastricato ancora tiepido o sul muretto della chiesa a cercare le stelle cadenti e mi sentivo una regina".