Neuhaus ha raccolto in questo libro l'essenziale della sua esperienza didattica ed artistica, sviluppata a contatto con ogni genere di allievi, fra i quali spicca un grande concertista come Svjatoslav Richter. Eminente professore al Conservatorio di Mosca, Neuhaus rispecchia la forte inclinazione della scuola pianistica sovietica alla formazione completa dell'allievo, invece che all'esclusivo addestramento fondato sulla fisiologia positivista che si occupa solo di nervi, di muscoli e di articolazioni. Non ci sono occulti segreti tecnici per diventare grandi pianisti, secondo Neuhaus. L'unica via consiste nel saper affinare le doti naturali per la musica e per il pianoforte con pazienza, con intelligenza e con tenacia: si tratta di un dovere, confortato dalla coscienza che l'arte non è scissa dalla morale. Per Neuhaus, la vocazione alle bellezze dell'arte deve fondersi con la vocazione alle virtù della morale. In alcuni capitoli del libro si dimostra con quale rigore debba esser curato l'addestramento tecnico e stilistico di un pianista; in altri capitoli, tuttavia, si discute a lungo e con calore quanto tale addestramento debba venir bilanciato e integrato da una serie di motivazioni spirituali e culturali che non possono e non devono restare fini a se stesse. Occorrono quindi non soltanto esercizi, che talvolta rischiano di diventare ripetitivi e sterili, ma anche profonde riflessioni, grande curiosità umana e assoluta concentrazione spirituale. Cultura e spiritualità contribuiscono in maniera concreta e diretta a rinsaldare e a far maturare la tecnica pianistica in quell'insieme di esperienze che sono riunite sempre nella figura e nella personalità del grande interprete.