Un uomo, Carlo, raccontato ed esplorato nelle sue fragilità, definito dalle sue convinzioni, costruito da un'infanzia triste e un'adolescenza incerta, che hanno generato una personalità ritrosa verso il mondo e concentrata sul passato. L'autore ci presenta lo spaccato di un'anima fatta di ricordi e perturbazioni emotive, dove i fatti sono concentrati sul paese d'infanzia, teso con le sue strade, piazze e monumenti a fare da cornice al percorso di una vita. Carlo è arrivato all'epilogo della sua storia, dopo una carriera prestigiosa di docente universitario e meno soddisfacente di padre di famiglia i cui membri, disgregati per motivi di opportunità lavorativa per ogni dove, non gli hanno potuto dare il conforto tradizionale di un focolare riscaldato da affetti e prodigo di comprensione. Sembra la conclusione giustificata di un'esistenza fatta sin dall'inizio di scelte mancate, dove il condizionamento della tradizione e l'accettazione di un distorto senso del dovere hanno fatto dire a Carlo che "se non posso avere quello che voglio, preferisco avere quello che non voglio", istillando per questo nella sua esistenza un senso costante di malinconia e scetticismo. L'appuntamento col Direttore di una proposta editoriale in cerca di consulenti per la creazione della sua collana sembra rimpinguare l'ultima speranza di un uomo in cerca di significato. Nelle ore di attesa che precedono questo incontro, Carlo ripercorre la sua vita e noi con lui, fino all'esito finale, inaspettato, che nel suo intimo il protagonista ha sempre inconsciamente cercato. Se l'apprendimento si avvale della lettura di libri, ma la vera conoscenza si basa sulla "lettura" degli uomini, questo racconto intimistico soddisfa entrambe le condizioni.
