Il volume raccoglie gli atti di un convegno dedicato a Franco Ledda e al suo allievo Antonio Romano Tassone costruito su un confronto tra il pensiero dei due maestri su alcuni temi ai quali entrambi avevano dedicato attente riflessioni. Un accostamento prezioso dal quale è emersa non solo la linea di continuità del pensiero ma si è delineato con forza un tratto comune, l'attenzione per i "valori democratici" nei quali credevano e nei quali hanno bisogno di credere, quei diritti vecchi e nuovi ispirati dai "principi di giustizia" che, come insegnava Ledda ai suoi nipoti, "forse rappresentano la proiezione, nel futuro, di passate conquiste del pensiero e quindi, diciamo pure, della civiltà". Quei diritti grazie ai quali, ricordava Franco Ledda, il "cittadino" è entrato nella storia, e il giurista, proseguiva il suo allievo Antonio Romano Tassone, recupera "la tensione verso l'utopia come fondamentale componente del proprio operare quotidiano".