"Io non (me ne) lavo le mani!" è un gioco di parole che esprime perfettamente il dilemma dei familiari delle persone che soffrono di Disturbo Ossessivo Compulsivo. Me ne lavo le mani o mi lavo le mani? Si stima che solo in Italia ci sia un milione di persone con questo disturbo, quindi un milione di famiglie vive quotidianamente questo dilemma, in tutta la sua tragicità. I familiari si sentono obbligati a lavarsi le mani (ma questa è solo una delle tantissime compulsioni a cui sono costretti a partecipare) perché pensano che questo sia l'unico modo per aiutare il proprio caro. Niente di più sbagliato. Partecipare alle compulsioni non solo non combatte il disturbo, ma anzi lo alimenta, mantenendolo e peggiorandolo nel tempo. Così facendo non si aiuta il proprio caro, ma si aiuta il disturbo. Il libro accompagna il lettore a capire che può aiutare il proprio caro (quindi non lavarsene le mani), senza cedere ai ricatti del DOC (quindi non lavarsi le mani), ma scegliendo una nuova modalità che renderà migliori i rapporti familiari e darà un importante contributo alla lotta contro il disturbo.