L'iniziazione nell'antico Egitto è un argomento controverso che contrappone egittologi e esoterici. Per i primi l'iniziazione, quale complesso di cerimonie miranti a introdurre un adepto in una comunità spirituale è esistita, se non raramente, nell'epoca faraonica; per i secondi, si tratterebbe di una realtà manifesta. I loro argomenti si fondano su testimonianze tardive dell'epoca greco-romana o nell'ambito dei culti isiaci, per cui si sarebbe operato un sincretismo tra le cerimonie iniziatiche greche e i rituali misterici di Osiride. Oggi come oggi, l'iniziazione nell'antico Egitto si riassume in alcuni dialoghi 'esoterici' tra il defunto e un traghettatore indagatore, e con Anubis davanti al tribunale divino. Questi dialoghi appaiono nei Testi delle Piramidi e nel Libro dei Morti. Una strada di mezzo è proposta da Jan Assmann che non esclude che gli antichi Egiziani si disponessero durante la vita alla morte, preparandosi alla geografia dell'aldilà scendendo, durante appropriate cerimonie, nelle cripte decorate con testi e immagini dei viaggi notturni della barca solare.