Il progetto “In-Visibile” ha l’obiettivo di rendere tangibili gli spessi malesseri della mente. Disturbi
e sensazioni che invadono gli abissi della personalità e della coscienza, storpiando senza tregua il
vivere comune. La finzione è un volto che non esiste, la perfezione calzante sulle curve di un’anima
che sfugge di mano.
Undici immagini per rappresentare la “nebbia” che offusca e permea l’Io, rendendolo
evanescente. Ma anche solo e impotente. Non esiste una voce amica annunciante speranza, a
queste latitudini. Si odono solo urla acute, seppur lontane.
La fotografia, ma soprattutto l’estetica ricercata oltre la soglia visiva, diventano mezzo di
rappresentazione onirica sul quale fermarsi a riflettere. L’essere umano resta accovacciato in una
densa ombra di fine giornata, per nascondere il “qualcosa” e non lasciar trasparire il “nulla”. Per
paura: eremo o scoglio che trascina negli abissi e incaglia i desideri di difesa. Un aiuto in grado di
restituire un volto, rendendo visibile e trattabile una facciata apparentemente inesistente.