Dall'Egitto alla Mesopotamia, dalla Persia all'India: sono queste le mete dei viaggi di Arthur Kavanagh, giovane irlandese della seconda metà dell'Ottocento, nato da ricca famiglia, ma privo di braccia e di gambe. Grazie a una grande forza di volontà e grazie a ingegnosi quanto rudimentali congegni, riuscì a trascorrere una vita ricca e appassionata, caratterizzata da avventure vissute in un tempo e in regioni in cui le strade erano spesso inesistenti, dove bisognava viaggiare a cavallo per ore ed ore, e i viaggiatori erano spesso osteggiati dalle popolazioni indigene. Denaro e lettere di presentazione gli permisero di essere ricevuto negli harem sfarzosi dei principi persiani e dagli ufficiali inglesi alla guida della Compagnia delle Indie Orientali. Mentre a vent'anni si trovava in India, dove cacciava tigri e probabilmente faceva la spia, venne raggiunto dalla notizia della morte del fratello maggiore e dovette far ritorno in Irlanda. "Il viaggiatore insolito" racconta di un uomo di grande spessore, tempra morale e senso del dovere, che lo portarono anche ad essere eletto in Parlamento, ma che mai gli impedirono di seguire i suoi istinti, talvolta lussuriosi, e le sue passioni più grandi, la caccia e i viaggi.