"I poeti sono alleati preziosi, e la loro testimonianza deve esser presa in attenta considerazione, giacché essi sanno in genere una quantità di cose fra cielo e terra che il nostro sapere accademico neppure sospetta. Particolarmente nelle scienze dello spirito essi hanno di gran lunga sorpassato noi comuni mortali, giacché attingono a fonti che non sono ancora state aperte alla scienza." (Sigmund Freud). La vita di Antonin Artaud, attore e drammaturgo francese, raccontata ai ragazzi. Ha appena diciott'anni quando viene portato in una casa di cura per malati mentali, e lì, trascorrerà a intermittenza molta parte della sua vita. "Il teatro della crudeltà" per cui Antonin Artaud diverrà universalmente famoso, sarà concepito dal grande drammaturgo come arte-terapia, con il suo potere taumaturgico per sé e per gli spettatori. Il teatro come cartarsi, in un viaggio dettato dall'inconscio, col corpo e con la mente, alla ricerca di un magico e insieme reale modo per rinascere. "E come poteva, un'anima come la tua, così inquieta e febbricitante, così appassionata e vibrante, non avvicinarsi a quella forma d'arte che più di tutte scava dentro l'essere umano: il teatro. Perché vivere per te era entrare dentro il mistero della vita, dentro le emozioni che la attraversano e la sconvolgono. E spingersi più lontano. Oltre sé, oltre l'altro, oltre le universali costrizioni. Uscirne, ogni volta, spossati ma purificati".