Qual è il fondamento di legittimità dell'agire medico-chirurgico? Che ruolo ricopre il consenso del paziente nella sistematica criminale? Ha un qualche rilievo penale il trattamento terapeutico, pur salvifico, praticato in difetto di consenso? E, se sì, quali reati devono intendersi configurati? Ancora, può l'esecuzione impeccabile di un intervento arbitrario scongiurare l'addebito penale in capo al sanitario? Questi ed altri interrogativi campeggiano intatti ancora oggi, date l'inadeguatezza dell'attuale codice penale e la ritrosia di un legislatore timido che non ha ancora dato corpo ad una normativa ad hoc che si confaccia al peculiare atteggiarsi della professione medica...