La prima incisiva indagine critica italiana capace di scuotere le fondamenta del femminismo contemporaneo. Con la precisione e l'ironia che la contraddistinguono, l'autrice delinea il ritratto tagliente di un neofemminismo troppo spesso incentrato sulla vittimizzazione e distratto da questioni marginali. Attraverso esempi e citazioni ci mostra un'ideologia che, anziché emancipare, confina le donne in un ruolo passivo, rischiando di rappresentare un regresso sul piano politico e culturale. Non mancano riflessioni sui tribunali sommari del post #MeToo, sul narcisismo del femminismo performativo, su termini falsamente scientifici come "mascolinità tossica" e "cultura dello stupro". «Il femminismo inutile» sfida anche le nuove ideologie, come intersezionalità e transfemminismo, ormai esercitate come dogmi. Il monito è chiaro: il rischio del neofemminismo è smarrire il vero obiettivo, ovvero eguaglianza e giustizia, e ignorare le autentiche sfide quotidiane delle donne.