Pubblicato nel 1832, "Il curato di Tours", ambientato in un chiostro buio e umido all'ombra della cattedrale di Tours, provincia particolarmente bigotta, ha per protagonisti un vicario sciocco, un canonico ambizioso e una zitella vendicativa. Interessi egoistici e un profondo attaccamento alla vita terrena dominano i comportamenti di tutti i personaggi, che non recano in sé alcuna traccia di quella spiritualità che dovrebbe per lo meno caratterizzare i due ecclesiastici. Ciò che inevitabilmente emerge è uno spaccato critico e accusatorio del clero: se l'abate Troubert, avido e maligno genio del male, è attirato verso l'arcivescovado dal desiderio di potere, Birotteau, parroco stolto e inconsistente, nutre, come più alto desiderio, quello di trascorrere la sua esistenza abitudinaria in un confortevole appartamento, lo stesso da cui l'altro, con la complicità della zitella Gamard, proprietaria di quei locali e animata dal desiderio di ottenere la sua frivola rivalsa, si prefigge di scacciarlo.