La flotta austro-ungarica, poche ore prima dell'entrata in guerra con l'Italia, salpa dalle sue basi per colpire a sorpresa l'intera costa adriatica. Poi si rifugia nei propri covi, ben protetti anche dalla natura, per oltre tre anni. Ancona malgrado godesse assieme a Genova, fin dal novembre 1914, dell'immunità che le derivava dalla dichiarazione di città aperta e cioè disarmata, subisce maggiormente l'accanimento avversario. All'alba del 24 maggio, dalle 03.50 alle 05:00, viene violentemente bombardata riportando gravi danni ai monumenti storici e alle abitazioni. Sotto le bombe e le macerie perdono la vita 63 persone tra militari e civili. La triste realtà della guerra si manifesta, con il suo carico di morte, distruzione e dolore, nel capoluogo marchigiano prima che altrove. L'autore ricostruisce gli ultimi istanti di quanti hanno perso la vita in quella tragica alba di fuoco perché il loro sacrificio sia sempre di monito affinché, conoscendo la storia, simili sciagure non abbiano piú a verificarsi.