L'eterna domanda: che cos'è l'uomo? Un frutto casuale dell'evoluzione, come spiega la paleontologia? L'animale dominante del pianeta, come dice l'etologia? Un essere che "è" perché dotato di pensiero cosciente, come insegna la filosofia? Oppure un essere che ha in sé elementi divini, come predicato dalle religioni? Trovare una risposta è difficile. La semplice osservazione, tuttavia, permette di rintracciare elementi comuni a tutti gli individui appartenenti al genere Homo sapiens. La teoria proposta è che, al di là delle diversità individuali, sociali e ambientali, l'Homo sapiens sembra "programmato" per agire secondo schemi definiti, prevedibili, ripetitivi e classificabili in categorie ben delineate. In molti hanno proposto classificazioni tipologiche: Gurdieff, Manera, Jung. Ma dalla storia si evincono: "il dittatore" (Hitler, Castro, Pinochet), "il genio" (Einstein, Leonardo), "l'idealista" (San Francesco e Gandhi). Dalla letteratura "l'idealista folle" (Don Chisciotte), "il combattivo" (Ben Hur). Compaiono poi tipologie onnicomprensive quali "l'uomo politico", "l'uomo consumatore", "l'uomo religioso", "l'uomo ambivalente", "l'uomo infallibile", "l'uomo accusatore", "il missionario", "il superstizioso" e altre ancora, in sintonia con le eredità culturali giunte da più campi quali arte, letteratura, scienza, storia. Raggruppati in 20 tipi di uomini.