"L'io è una casa fragile che continuamente ci troviamo ad aggiustare nella speranza che tenga (Una casa fragile / costruita con incerto mestiere). Certo che però tutto intorno le cose cambiano, «e questo è dolore più grande» direbbe Marcel Proust. Forse è vero che siamo solo insettucoli che descrivono cerchi sulla propria pietruzza, come si trova a scrivere l'autrice in Meditazione, ma il viaggio dobbiamo pur compierlo. E non quello a bordo dell'Apollo 11 (O luna, i passi pesanti dell'uomo / hanno osato raggiungerti.) ma uno più interiore, che richiede una energica sterzata dello sguardo. Perché, in fondo, vivere vuol dire «contare i giorni, ogni giorno»."