«Con questi frammenti ho puntellato le mie rovine». Le Divagazioni che Panizza ci consegna sono nate in accordo alle celebri parole di Eliot nella Terra desolata. Il testo si propone come un passaporto, o meglio come un lasciapassare per l'Altrove, "quel Mond" come lo indica un'antica ballata piemontese ("La madre resuscitata"). In "Frammenti dello specchio" Panizza ci offre anche un "libro illustrato", come si diceva una volta, cioè dotato di molte illustrazioni, scelte per stimolare il confronto con il testo. Oppure si può leggere come il diario di una serie di visite guidate a paesaggi letterari inquietanti, arcani, perturbanti, propri della nostra condizione di orfani del Sacro. Panizza propone al lettore di fermarsi a meditare insieme a lui nell'epoca dei frammenti, della tecnocrazia e del transumano.