Il fascino che il cibo, in qualit? di strumento letterario, esercita sull'autrice di Harry Potter, e quindi direttamente sulla saga, proviene da lontano: ha infatti radici fin nelle letture d'infanzia. A differenza dei suoi autori di riferimento per?, J. K. Rowling ? riuscita a utilizzare il cibo in maniera molto pi? ampia e sfaccettata, facendogli assumere di volta in volta un ruolo determinante per spingere innanzi la storia, per colorarla di sfumature ludiche, per evidenziarne i risvolti familiari e sociali. La sua rilevanza ? talmente determinante che neppure la magia riesce a comandarlo: non pu? infatti generarlo dal nulla, ma solamente variarlo nella quantit? rispetto a un ammontare preesistente. E se pensiamo che, fra le altre limitazioni al potere magico, rientrano forze come il vero amore e il dono della vita, possiamo subito comprendere quale posto d'onore J.K. Rowling abbia inteso riservare, all'interno della propria creazione, a ci? che ? responsabile del nostro nutrimento, del nostro sviluppo e del nostro sostentamento.