Ciascuna opera instaura con lo spettatore un dialogo che trascende i piani di comunicazione che sarebbe lecito attendersi dalla sua natura di semplice quadro o scultura. Alle ovvie sollecitazioni visive si avvicendano quelle propriocettive, alle sensazioni tattili che derivano dal toccare le sculture in cemento grezzo si sovrappone la costante allucinazione uditiva del rumore dell'acqua che scorre. Ed è proprio l'acqua ad essere sempre protagonista, in modo più o meno esplicito, nell'opera di Felisi. Fonte di vita, misericordiosa ma al contempo inarrestabile, necessaria ma incontrollabile, ristoratrice ma terrificante. Elemento liquido in grado di plasmarsi perfettamente su ciò con cui entra in contatto e di conservarne una memoria pur nell'impossibilità oggettiva di restituirla in forma esplicita. Questa caratteristica, magnifica metafora dell'esistenza stessa di un'artista, potrebbe essere la definitiva chiave di lettura sul lavoro di questo incredibile autore.