La mostra "Dodici fantasmagorici" all'Attico di Fabio Sargentini attira i pittori che hanno fatto la storia della galleria e li riunisce in un solo tempo - ogni artista ha realizzato un proprio dipinto espressamente per questo evento espositivo. I pezzi ricombinati in stabile pericolante reciprocità, l'apertura di un polittico senza lati prevalenti ossessivamente ciclico. La pittura può essere un teatro dove si perde l'immagine che vaga esiliata, e la personalità è del sistema realizzativo. Il pittore è un artigiano ma anche un'alchimista. Una volta usciti dalla grotta fantasmagorica non rimane che desiderare energicamente il futuro mentre si ha il desiderio del passato; è che rammentiamo la vigorosa stretta di mano di Fabio nelle punte luminose dei suoi occhi, in un patto che ora leggiamo con chiarezza ulteriore.