In questo libro gli autori raccontano la vicenda che li ha portati a vivere a Calcata, nella valle del Treja, in un primo tempo, come luogo in cui rifugiarsi nei giorni di festa e poi, mano a mano, come luogo in cui abitare in permanenza, lasciando la città non per negarne il valore, ma per denunciare la perdita, provvisoria speriamo, del calore accogliente in cui le mura e gli uomini si confrontano e vivono in simbiosi. Se costruire è "un fare abitare", gli autori, trasformando dei fienili in una casa e dei lotti di terreno in un giardino, abitato anche dagli animali, hanno realizzato la loro vocazione di architetti modellando lo spazio della vita in funzione di una nuova alleanza tra l'uomo e la terra senza la quale la città e la terra stessa potrebbero perdere il dono, insostituibile, della abitabilità.