"Dialoghi tra arte e architettura negli anni della ricostruzione 1945-1955" traccia un inedito percorso che si snoda tra le pieghe della complessa questione della sintesi delle arti, vista attraverso le voci e le opere di grandi interpreti (Le Corbusier, Léger, Fontana, Munari, Dorfles, Severini, Prampolini, Mirko), di giovani emergenti che a loro guardavano (da Consagra a Dorazio, Perilli ecc.), dei gruppi che con diverse modalità su quel tema si sono confrontati (Groupe Espace, MAC, Art Club) nonché le opinioni di autorevoli figure di architetti, come Bruno Zevi e di critici, come Giulio Carlo Argan. Milano e Roma sono i due centri dove si rintracciano le più interessanti occasioni di dialogo tra arte e architettura, da eventi effimeri, come le Triennali, a esiti concreti, come i grandi cantieri e alcune palazzine. Le declinazioni di questo articolato nodo della storia sul crinale tra le due discipline sono esaminate sullo sfondo degli anni difficili, ma al tempo stesso entusiasmanti e vitali, del primo decennio del dopoguerra, senza trascurare limiti e aporie emersi dalla concretezza del fare.