"Non esagero quando dico che Roma ha un'essenza non paragonabile a nessun'altra capitale nel mondo, e neppure quando dico che le sue opere sembrano parlare, perché no, se nell'anima di ognuno di noi c'è un uomo che vede quello che noi non vediamo, che sente quello che non sentiamo, che percepisce e parla aldilà della nostra tangibile formazione biologica. Pertanto lo dico forte e chiaro che le sentivo rimproverarmi ogni volta che andavo a visitarle: né Roma sopportava l'assenza del suo innamorato né io riuscivo ad arrestare la mia commozione quando la udivo biasimarmi. Questo succedeva durante i miei soggiorni distanziati nella città eterna. Sicuramente sarò seppellito nella terra dei miei avi, ma il mio spirito resterà sempre volteggiante su tutta l'Italia. In particolare su Parma, Bologna, e sulla mia amata Roma. Una divisione che ho sempre sognato dopo il mio rientro dalla mia seconda patria alla mia terra d'origine. Celebrai Roma come "una bella ragazza che non dorme mai". Come potrebbe riposare se non vuole che i suoi tanti ammiratori siano accolti da nessun altro? Roma è amorevole ed affettuosa, è un museo aperto su tutti i suoi antichi spazi. Il timore che gli anni avrebbero potuto cancellare le mie memorie mi ha portato a scrivere il mio libro "Il ladro di Roma" che riporta nelle sue pagine alcune delle mie storie vissute durante i miei studi in Italia."