"Siamo quello che ricordiamo - ripete spesso Anna Caruso - e saremo ciò che ricorderemo". La componente temporale è, quindi, necessaria ed essenziale per comprendere il complesso impianto narrativo e l'iconografia sofisticata che caratterizzano i suoi dipinti: il filtro del tempo, che trascorre inesorabile, sbiadisce i ricordi individuali fino a cancellarne l'immagine psichica e allontana ciascuno di noi dall'"essere stato", trasformando lentamente le vicende autobiografiche in una riflessione più universale e omnicomprensiva sul significato della memoria.