Questo volume offre al lettore la possibilità di uno sguardo nuovo (e forse inaspettato) su Roma e sul suo patrimonio di storia, cultura e sapienza. Rende fruibile, quantomeno parzialmente, la fatale frammentarietà della narrazione di Roma, illustrata con esemplari immagini fotografiche affiancate da brevi didascalie, talora da quegli aneddoti peculiari dell'arguzia del popolo romano che implementano gli stimoli della fantasia... quasi che, di volta in volta, l'affascinante congerie urbana fosse percepita osservandola attraverso il foro della serratura. In questa inafferrabilità dell'intero insiste l'aporia di una metropoli che diviene orizzonte intrascendibile e inabbracciabile del nostro immaginario. Nel quale coltiviamo ancora la speranza che Roma, se non più raggiungibile nella sua sostanza, sia almeno evocabile nell'enigma dei suoi segni riposti. Questo gioco di rimandi e di slittamenti continui del senso è quanto il volume suggerisce, invitando infine il lettore a ricomporne uno suo, più ricco e complesso.