Quando l'Imperatore moriva o veniva ucciso e quando il suo operato, la sua vita, lui stesso, veniva giudicato empio, dannoso per l'impero e l'immagine di Roma, veniva condannato alla damnatio memoriae. Tutte le sue immagini, il suo nome, le opere da lui firmate e dedicate, le statue ed ogni altra cosa che lo ritraevano o lo nominavano venivano distrutte: un processo di cancellazione, un tentativo di non-esistenza... Tuttavia qualcosa rimaneva: rimaneva forse il ricordo affidato alla memoria, rimaneva qualche traccia del suo passaggio, rimaneva qualche cicatrice in qualche cuore e in qualche luogo. La macchina fotografica diventa così un terzo occhio, una "liaison" spesso molto pericolosa tra la realtà e il ricordo: un frammento di un naufragio del quale tutto si vuole dimenticare e tutto si ricorderà: una Dannazione della Memoria.