Viviamo in un tempo in cui le ideologie politiche sono morte. L'unica ideologia per tutti è il consumismo. Il popolo è stato ridotto a pubblico dello spettacolo o a utente dei servizi. Nel Medioevo atomico le mura sono immateriali e gli accessi dipendono dalle informazioni. Fuori delle mura ci sono gli altri; una massa di esclusi, di precari, di estranei che cresce e che avanza. Ci sentiamo minacciati. Noi aumentiamo le distanze ma loro tirano i sassi dal cavalcavia, colpiscono a caso tra la folla inerme, aggrediscono le donne nelle famiglie e gli anziani isolati. Sono individui precari, pericolosi e imprevedibili che sopravvivono di espedienti ai bordi del consumismo, pronti a esplodere, con assoluta casualità e al minimo pretesto, la loro rabbia. Noi alziamo quotidianamente le nostre difese per avere più sicurezza. Ma sembra inutile. Abbiamo paura. La Società dei consumi continua a togliere la terra sotto i piedi degli estranei e a escluderli, ma loro non arretrano e si accalcano su barconi fatiscenti per raggiungerci via mare o si nascondono nelle periferie, ormai divenute terre di nessuno. Siamo in pericolo. La globalizzazione, alla fine, ha prodotto l'apartheid.