Quella di Vincenzo Nardiello è una storia dura e grezza come il tappeto di un ring. Cresciuto a Ostia, dove la vita non regala niente a nessuno, ha cominciato a tirare i primi pugni nella palestra di suo padre. Da lì ha preso il via un percorso in cui tutto è stato sempre molto grande ed evidente: la forza, il talento, la passione, lo scandalo, l'errore, la disperazione. Dopo il furto subito dal sud-coreano Park-Si-hun alle Olimpiadi di Seul del 1988, nei suoi undici anni di professionismo ha alternato sequenze inarrestabili di vittorie e cadute inaspettate, trionfi esaltanti e sconfitte dolorose. E anche fuori dal ring c'è stato poco o niente di facile, e molto di sbagliato. Ma in un modo o nell'altro da quell'angolo in cui era stato cacciato è riuscito sempre a venir fuori. In questo libro ci racconta come è andata, senza fare sconti a nessuno, e senza aspettarseli.