Nata nella seconda metà del secolo scorso in Germania dalle intuizioni e dal profondo lavoro di ricerca di Gerda Alexander, e da lei definita "una via occidentale attraverso cui fare esperienza dell'unità di corpo e spirito", l'eutonia si colloca a pieno titolo nel contesto europeo di nuova attenzione al corpo e alla sua stretta interconnessione con la dimensione psicologica ed emotiva dell'essere umano, e si sviluppa in seguito principalmente nell'ambito della danza e in quello terapeutico. Come altri geniali pionieri nel campo delle tecniche corporee, Gerda Alexander partì da una grave limitazione personale: una diagnosi di poliartrite reumatoide che ricevette a soli quattordici anni. Da allora, la sua vita fu consacrata alla ricerca di un modo più funzionale di muoversi. La ricerca di un 'corpo eutonico' è dunque innanzitutto la ricerca di un corpo più cosciente dei propri mezzi e dei propri limiti, in grado di porsi in un rapporto consapevole con l'ambiente esterno e con l'altro. Attraverso gli strumenti dell'eutonia, praticata in gruppo e incentrata su piccoli movimenti volti a risvegliare le capacità propriocettive dell'individuo, ognuno può imparare a osservare e riequilibrare la tonicità del proprio sistema muscolare, migliorando le funzionalità del sistema neurovegetativo, di quello circolatorio e della respirazione. L'interesse terapeutico di Gerda Alexander non rimase circoscritto alla dimensione individuale ma si inserì pienamente anche in ambito pedagogico. Interessata alle teorie di Maria Montessori, si dedicò a sua volta alla ricerca di un nuovo modo di intendere il rapporto educativo tra bambino e adulto. L'eutonia trovò anche grande applicazione nell'ambito musicale, in particolare nel lavoro con le orchestre e con gli strumentisti, oltre che nell'ambito della riabilitazione medica. Un 'corpo eutonico' respira organicamente e ha una postura migliore, poiché ha imparato a sfruttare al meglio il rapporto con la forza di gravità. È una ricerca continua e quotidiana, che permette, come amava dire Gerda Alexander, di "sapere ogni giorno qualcosa di più su questo corpo che abbiamo ricevuto". Preambolo di Alfons Rosenberg. Introduzione all'edizione italiana di Maria Fonzino.