Cosa spinge miliardi di persone nel mondo a venerare un personaggio sportivo come se fosse una divinità? Le imprese di un Maradona, di un Senna, di un Pantani rimandano a orizzonti religiosi? In una società che insegna a fare a meno della trascendenza, la domanda di senso che sorge dal momento sportivo va accolta e valorizzata in tutta la sua portata. Queste pagine nascono allora dalla suggestione di una teologia dello sport come insieme di immagini di una teologia «minore».