Spostando l'attenzione dalla dimensione della verità a quella della veridizione e analizzando la sentenza come una battaglia dialettica che ridefinisce i confini delle identità degli attori coinvolti, il libro propone l'esame di un caso di femminicidio andato in giudizio nel dicembre del 2015. È l'omicidio di una donna che viene insolitamente definito dai giudici come un femminicidio e il cui movente è rinvenuto nel desiderio di possesso dell'omicida nei confronti della vittima. Un caso del quale la cronaca si è poco occupata, anche per il basso livello socio-economico e culturale di vittima e assassino. A renderne ancor più ricca la narrazione, il fatto che di esso (e della giovane vittima) ne abbiano parlato alcuni dei testimoni privilegiati intervistati durante la ricerca.