Perché "Délie", oggi? Perché tradurre una scelta di poesie da un testo del 1564 intitolato "Délie. Objet de plus haute vertu", composto da 449 poesie (dette "dizaines", di dieci strofe l'una) costellate da cinquanta emblemi, scritto da Maurice Scève, massimo rappresentante della scuola poetica lionese? Perché queste poesie, inattuali, sembrano scritte oggi. I temi si rincorrono, tornano su di sé, con tutte le sfumature di un rapporto o discorso amoroso, fatto di slanci e ritirate, offese e pentimenti, sogni e speranze, intrecciate a riflessioni e osservazioni sull'amore, a volte prossime a una sorta di analisi psicologica "ante litteram" oltre a quella di un inquieto pensiero analogico.