«La strada è una lingua d'asfalto che ti guida fra le colline della Val Ceno. Sembra non portarti da nessuna parte, o volerti smarrire con un paesaggio che a tratti si ripropone alla stessa maniera. E invece a un certo punto, incorniciata dal finestrino dell'auto, come un'oasi in un deserto ecco apparire una scritta gialla, di un giallo luminoso pronto a sfidare anche le giornate di nebbia più fitta. Sorge orgogliosa fra ciuffi d'erba, e sembra esser stata sempre lì negli anni, nata dalla terra. Reca la scritta "Dallara". Qui inizia la nostra storia che, come tutte le storie, ha il suo protagonista. E allora, se si è fortunati, lo si può intravedere in lontananza: è un uomo che scende da un'auto. I passi spediti e lo sguardo fiero lo portano verso un edificio, la cui facciata è fatta di specchi che riflettono le nuvole quando fa bel tempo. È Giampaolo Dallara, e varca la soglia di quella che è la sua creatura. Sono cinquant'anni oggi che si dedica a lei con pazienza e dedizione e la vede crescere stando al suo fianco ogni giorno, supportandola nei momenti di difficoltà e gioendo delle conquiste. Proprio come nelle migliori storie d'amore. Una storia così meritava di essere raccontata, narrando per immagini e parole le avventure di una azienda costruttrice di automobili senza che queste ne fossero le protagoniste. Siamo partiti da un foglio bianco che ha viaggiato con noi per l'Italia, l'Europa e perfino l'America. Ci ha seguiti fedele e curioso, percorrendo chilometri al nostro fianco per andare a bussare alla porta di cinquanta personaggi, proprio come gli anni della Dallara, che potessero così raccontarcela. Ha accompagnato i ricordi e le vicissitudini dei protagonisti custodendo paziente i loro segreti preziosi e facendoli parlare senza distinzione alcuna, senza una scala gerarchica che potesse indurre il lettore a fare differenze fra un dirigente, un operaio o un pilota. E così sono nati i ritratti in bianco e nero, in grado di regalare immagini senza tempo né collocazione geografica e per questo eterni, come le storie di chi si è messo in posa per noi dopo averci donato un pezzo della sua vita. Questo progetto è stato una vera sfida ma anche una sorpresa, a tratti inaspettata. Perché ci si lascia travolgere dai racconti e si ride, ci si commuove, si ricorda il passato sospirando, ma anche il futuro sognando. Si rimane increduli pensando "questo non può essere vero", e invece lo è. La Dallara ha saputo dare tanto a chi le è amico, ed è facile lasciarsi prendere per mano in questa avventura. Come in un romanzo, o in un film. Ma anche, in fondo, come nella vita. E allora, che sia un viaggio indimenticabile per voi lettori, come lo è stato per noi.»