"Ecco finalmente un testo canaglia che per certi versi si rifà ai rimpianti pamphlet di penne polemiste, impertinenti e audaci, testi canaglia oggi scomparsi [...] È essenziale notare che la critica di Landini proviene da un musicista che l'analisi conosce bene. Il suo è un attacco "interno", non sospettabile quindi di non comprendere ciò che egli avversa, come del resto si evince dalla lettura di queste pagine densissime di considerazioni [...] Una delle tesi espresse all'interno della ricchissima riflessione è quella dell'ambiguità della musica, per sua natura enigmatica, da cui discende l'impossibilità di analizzarla se non violentando la sua stessa natura per condurla su un algido piano da laboratorio para-scientifico, quello degli algoritmi dell'analisi musicale della East Coast, la stessa che - secondo Landini - gli italiani avrebbero assimilato e praticato malamente, con italica furbizia e avventata leggerezza..." (dalla postfazione di Renzo Cresti).