La psicologia, che pure indaga i meccanismi più profondi dell'animo umano, non sempre riesce a comprendere il senso ultimo della vita e soprattutto il rapporto con l'aldilà, l'«oltre» cui la morte dischiude l'accesso. Il presupposto di una «vita oltre la vita» aiuta a superare l'angoscia di fronte alla morte e ci consente di riflesso di migliorare la stessa vita di quaggiù. La terapia IADC (Induced After Death Communication), Comunicazione post mortem indotta -elaborata dal dottor Allan L. Botkin, psicologo presso l'ospedale militare di Chicago dove curava i reduci traumatizzati dalla guerra del Vietnam - è un'esperienza di trasformazione, basata sulla riconnessione con un caro estinto, sempre positiva e carica d'amore, che il paziente può vivere con l'aiuto di un terapeuta preparato. Il libro riporta le testimonianze certificate di tanti che hanno vissuto una IADC. Tutti i pazienti con una storia di lutto complicato, che hanno avuto modo di sperimentare questa tecnica, hanno provato esperienze straordinarie, al di fuori di ogni immaginazione, emozioni mai vissute prima, soprattutto dopo il grande dolore della perdita prematura di una persona cara. La possibilità dell'esistenza della vita dopo la morte e di comunicare con i propri cari è il dono più bello, grande e misterioso che i pazienti possono sentire e vedere con i propri sensi, riuscendo così ad alleviare e trasformare il dolore della perdita. Prefazione di Giorgio Da Fermo. Postfazione di Antonio Gentili.