Maricchia crede che la miseria materiale e morale della vita quotidiana possa essere riscattata dall'amore. Cheli pensa che la sua condizione di figlio di ignoti possa essere riscattata dall'acquisizione di potere. In questo vitalissimo, potente romanzo si racconta il contrasto fatale fra le due speranze di redenzione, inconciliabili eppure tragicamente connesse. Sullo sfondo, terza protagonista, la Sicilia contadina dall'epoca dei Fasci siciliani agli anni Cinquanta. L'amore di Maricchia e la violenza di Cheli parlano così d'una terra martoriata dove un che d'arcaico sembra rinviare indefinitamente la realizzazione del "principio speranza". Nel solco del grande realismo, Cheli e Maricchia sono personaggi nativamente tipici, in cui si incarnano situazioni collettive, disegnate con toni di volta in volta lirici o epici. Il destino di Maricchia e del suo amatissimo Cheli, accecato dall'incapacità d'accettare sia il proprio retaggio sconosciuto che quello della sua donna e dell'intera sua terra, è plasticamente delineato da un linguaggio accorato e duttile, quasi forma scultorea scaturita da un'ansiosa cera, poi persa nella fusione. L'amore, fino ai confini del possibile, d'una donna intensa e vera e l'insensata violenza d'un uomo che si sente irredimibile si presentano qui con la viva chiarezza delle storie personali, facendosi allo stesso tempo affresco d'un luogo, d'una mentalità, di un'epoca.