In un mattino di mezza estate, di buon'ora, accade a Mario Soldati di assistere all'incontro di due gatti, abitatori di un bosco di ulivi. I due animali si scambiano un rapido quanto elaborato saluto, che incuriosisce lo scrittore: è un rituale sorprendentemente provvisto di tutti i caratteri delle «buone maniere, proprie di una società costituita e di una convivenza civile», di cui - riconosce Soldati - nulla sappiamo, abituati a considerare gli animali come asserviti piuttosto alla sola immediatezza dell'istinto. Lo scrittore riprende la sua passeggiata, «lietamente pensoso delle immensità ancora esplorabili dalla scienza umana», quanto mai consapevole dei piacevoli misteri che si nascondono anche nelle più umili, ordinarie apparenze della vita.