Da più di dieci anni ci siamo rifugiati nel roboante mondo virtuale, nei social più o meno alla moda. Stiamo diventando avatar perfetti sempre più lontani dal nostro vero Sè. Faccine senza facce. Nomi senza identità. Titoli senza titolati. Virtuali ma non virtuosi. Sentimenti contraffatti. Ora vittime ora carnefici ci aggiriamo in un mondo illusorio che trova accesso in un click. Ma quando rimaniamo senza commenti, senza like, l'amarezza della solitudine cresce spietata se non poniamo rimedio. Lentamente, quasi senza accorgercene, siamo riusciti a dimezzare i luoghi d'incontro reali, a farci conoscere per quelli che non siamo e mai saremo, mandando avanti il nostro sosia come se così facendo, fossimo al riparo da tutte le fregature. E pensare che nell'Induismo l'Avatar era l'incarnazione di una divinità.
