Nella sua monografia su Caravaggio (1952) Roberto Longhi, il celebre storico dell'arte, notava come alcuni riferimenti al suo studio mostrassero chiare somiglianze con le descrizioni della camera oscura nel XVII secolo. Il resoconto profetico di Longhi è il fondamento di ciò che oggi viene definita la teoria "Italo- Inglese", che fa riferimento all'attuale, provato, conscio uso applicato della camera oscura o di altri sistemi ottici da parte degli artisti europei nella creazione dei loro capolavori almeno fin dal tredicesimo secolo.
Tuttavia poiché molti esperti ancora oggi sono in disaccordo sul fatto che artisti di questo calibro avessero potuto usare l'ottica e sicuramente non accettano la camera oscura, si è sentita forte l'esigenza, nel quattrocentesimo anniversario della morte del Caravaggio, di raccogliere in due volumi di facile accesso alcune delle più chiare evidenze ottiche presenti nei suoi dipinti, il primo volume dal titolo Caravaggio e la scienza della luce mira ad aggiornare la teoria Italo-Inglese. il testo passa in rassegna un campione di capolavori significativi databili dal 1593 al 1601 circa, anno in cui Caravaggio lasciò l'entourage del Cardinal Del Monte.
Il libro che seguirà, La camera oscura del Caravaggio, non pretende dal lettore conoscenze tecniche; laddove vengono usati termini ottici o scientifici, essi sono spesso introdotti in modo chiaro e preciso e spiegati per il lettore non addetto