Non solo moda, ma un modo d'essere. Un vezzo per alcuni, uno slancio di gusto o d'abito, ma anche un atto di fiducia in colui che se ne prende cura, che maneggia la vita a distanza ravvicinata. Oggi collocata nel dominio estetico ed elemento di tendenza, nel 1759 la barba è il presupposto teorico per un appropriato ragionamento. È il tentativo, insieme erudito e stravagante, di un intellettuale roveretano che sceglie un'esplorazione accurata per disseminare relativismi culturali in un'attenta collazione di fonti. Emblema del preilluminismo italiano, la barbalogia definisce alla perfezione i risvolti dell'otium più ammodernato e assicura unitamente una polifonia di scenari e contaminazioni, tutti insaporiti da credenze e affabulazioni, abitudini e repertori sofisticati, usanze condivise e interdetti. Con un racconto inedito di Claudio Marinaccio.