L'avvicendarsi fra le cose presenti e le cose passate non è necessariamente rettilineo. In Aurora, secondo una costruzione ideale che alla linea predilige il ciclo, l'amore presente si esaurisce proprio mentre l'amore passato torna: e non torna come memoria, come residuo di cose morte, ma irrompe come energia. Non a caso l'amore passato è "Aurora", la presenza eternamente aurorale e portatrice di un inatteso dono vivente. Così la donna di ieri allunga i suoi rami nell'oggi, e allo stesso modo, sullo sfondo, i luoghi di ieri trovano la loro armonia con i luoghi di oggi: un nord e un sud simbolici, certo, ma entrambi vissuti da Vittorio De Vivo senza che gli uni cancellassero gli altri.