«Quanto a me, penso che, almeno nella storia contemporanea, le idee contino assai più degli uomini», scriveva Augusto Del Noce nel 1978. Questo volume presenta, per la prima volta riuniti insieme, tutti i suoi articoli pubblicati sul quotidiano "Il Tempo", dal 1975 al 1990. Il lettore potrà ripercorrere un pensiero, che, se si sviluppa a stretto contatto con l'evolversi della realtà storica, è però sempre animato da una ragione filosofica, capace di scorgere le linee ideali nella filigrana dei meri fatti storici. Pur nella ricchezza dei temi qui trattati, si può forse riconoscere il vero avversario di Del Noce in ogni concezione che riassorbe l'uomo nella sola mondanità: prima il marxismo, che riassorbe l'uomo nella sfera politica; poi la società tecnocratica, che riassorbe l'uomo nella dimensione economica, peggiore questa del marxismo, perché, nella piatta accettazione dell'esistente, vede la scomparsa di qualsiasi idealità. Sempre nel 1978 egli asseriva: «Quel che invece Platone afferma è la critica di una società che si modelli sul valore economico come primario, o risolvente in sé gli altri, come si direbbe oggi; in cui dominino coloro che hanno indirizzato le loro anime alla soddisfazione e alla creazione artificiale di bisogni sensibili, e alla ricerca del compenso che può venire da tale soddisfazione. In una parola, quel che in Platone è straordinariamente attuale è una critica ante litteram della società consumistica, a cui non c'è nulla di sostanziale da aggiungere, benché sia stata scritta più di ventitré secoli fa».