Attraverso la sua poesia Juan Carlos Galeano fa arrivare a noi l'eco di leggende, di storie antiche come i primi popoli, di una immaginazione essenziale e potentissima. I suoi motivi si ispirano alla tensione creativa dei miti, dove i confini tra umanità, mondo animale e mondo vegetale si confondono assottigliandosi e dando vita a creature immaginifiche: chimere, grifoni, sirene. Nelle liriche di Amazzonia l'essere metamorfico più potente è il grande fiume, che diviene di volta in volta fanciulla amorevole, anaconda, divinità. Ricorrente è quindi il nome Yakumama, il Rio delle Amazzoni, "Madre di tutti gli esseri dell'acqua", e di questi esseri il poeta si fa portavoce, come sottolinea nella prefazione Serenella Iovino: «Fondendo la sua voce con quella delle nature amazzoniche, Juan Carlos Galea-no se ne fa allora avvocato, e ci dimostra che la poesia è un modo - minuscolo forse, ma essenziale certamente - per difendere l'unità del mondo». Amazzonia, tra antropologia, etnografia e creatività, è un flusso di poesia autentica, limpida, caratterizzata dall'ironia e dalla semplicità del gioco, nella sua forma più pura e per questo denso di significato, capace non solo di imitare la realtà ma di ampliarla fino a farla coincidere con l'immaginabile.