Le strade di Taranto non sono certo quelle di Berlino, né tantomeno di Londra o New York. Eppure è proprio lì che nel 1993 la fervida mente di Fabrizio Giannese (in arte Fabban) pianta i primi semi della realtà che tutti avrebbero imparato a conoscere con il nome Aborym. Grazie al contributo di artisti e produttori che nel corso del tempo si sono interfacciati con la band - da Bard "Faust" Eithun (ex Emperor) a Nattefrost (Carpathian Forest), passando per Prime Evil (Mysticum), Sin Quirin dei Ministry, Karyn Crisis ai produttori Guido Elmi e Keith Hillebrandt e gli ingegneri del suono Marc Urselli e Andrea Corvo - e attraverso un'attenta disamina sia dei dischi che delle vicende che li hanno accompagnati, questo saggio ripercorre trasversalmente tutta la storia del gruppo, dalle sprezzanti prime interviste all'abuso di ogni sostanza tossica, dal fondo del pozzo della disperazione alla risalita interiore. Odiato quanto osannato, Aborym sin dagli esordi è stato in grado di provocare negli ascoltatori la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di terribile, scandaloso, accusatorio, perfetto e imperfetto, studiato e accidentale. Questa è la vostra occasione di capire perché.