Non basta una battuta paradossale di Ottaviano a definire il protagonista di questa storia: «meglio essere un porco di Erode che un suo figlio». Gli si attribuisce, forse a torto, la strage degli innocenti. Tutta la terra di Israele è segnata dalle sue grandiose opere, la sua vita dall'incrociarsi di personaggi e avvenimenti apparentemente lontani: Marco Antonio, Cleopatra, Augusto, i giochi olimpici. Voltagabbana e fiero di esserlo: «non guardare di chi sono stato amico ma come lo sono stato». Sospettoso e feroce con i figli, sentimentale e brutale con le dieci mogli. In fondo forse più infamato che infame. A caccia di Erode racconta l'epopea di questo re grande e spietato. E misconosciuto.