Un gruppo di cercatori d'oro si è accampato sui costoni di un'aspra montagna del Nord America. E' gente onesta e la guida Barret, titolare dei diritti sul terreno. Ma l'insediamento infastidisce e turba i piani di sfruttamento di Coy Lahood, un ricco uomo d'affari che, ancora più a monte, cerca l'oro con sistemi molto meno artigianali. La banda dei suoi fidi fa una scorreria nel povero accampamento degli "intrusi" ed il mite Barret viene provocato e massacrato di botte. Ma all'orizzonte compare il "predicatore", uno strano tipo di cavaliere solitario, metà prete con tanto di collare bianco e metà pistolero. Data una lezione agli aggressori di Barret, il forestiero si installa nel campo, rincuora i cercatori, è adorato dalle donne e rispettato da tutti. Non tollerando l'opposizione di quei "padellari" straccioni, Lahood prima tenta invano di pagarli purché se ne vadano, poi devia il corso d'acqua che scorre tra le tende e le baracche. Stimolati dal predicatore i cercatori d'oro, dapprima esitanti sul da farsi, rifiutano ogni compromesso e decidono di lottare, pur consapevoli dei rischi cui vanno incontro. Un giorno però uno di loro trova finalmente una enorme pepita d'oro e si mette in testa di scendere in paese per prendersi gioco di Lahood. Questi lo fa far fuori dal gruppo di aiutanti di un sedicente sceriffo, ingaggiato apposta per eliminare ogni resistenza. Ma lo straniero, deposto il collarino bianco e ben munito di artiglieria, affronta impavido la impari lotta, libera la giovane Megan che il figlio di Lahood aveva sequestrata, a furia di candelotti di dinamite fa saltare le condotte d'acqua installate dall'affarista, stermina gli aiutanti (sei) dello sceriffo e impiomba anche quest'ultimo, suo vecchio nemico. Dopo di che se ne riparte tutto solo, a cavallo, accompagnato dalle lacrime di Megan e di sua madre e della riconoscenza degli uomini di Barret, giunto in buon punto, nella girandola finale, per fulminare il malvagio capitalista, che già aveva nel mirino il valoroso forestiero.